Francesco Durante: appunti critici / 2

Prima di continuare l’articolo critico sul Durante voglio proporvi l’ascolto di un oratorio composto nel 1735, l’oratorio di Sant’Antonio da Padova eseguito per la prima volta a Bologna presso l’Oratorio della Galliera su testo dell’abate Gregorio Terribilino.
A dire il vero, Durante scrisse due oratori dedicati a S. Antonio: mentre la musica del primo, scritto nel 1705, è andata perduta, del secondo conosciamo due partiture manoscritte conservate a Venezia (quello del 1735 appunto). L’uso dei cromatismi, di accordi diminuiti, delle frequenti colorature minori anche in modo maggiore, soprattutto nella declamazione dei recitativi, determinano una costante espressività ed intensità drammatica.


continua dall’articolo precedente

In primo luogo: sia la formazione, sia il campo di attività di Durante travalica la limitata sfera della provincia e della “scuola” napoletana, che – sia detto tra parentesi – non ebbe mai quella fisionomia e quello svolgimento unitario e autonomo che si è voluto attribuirle. Mentre non esiste alcun serio indizio per confermare il tirocinio del musicista sotto la guida di Alessandro Scarlatti, contrariamente a quanto asserito dal Villarosa, è provato che Durante andò a Roma con Ottavio Pitoni e, con ogni probabilità, con Bernardo Pasquini. Continua a leggere

Francesco Durante: appunti critici / 1

Vi propongo in questo articolo uno dei pochi studi critici sul Durante effettuato dal musicologo Francesco Degrada per la rivista annuale “Chigiana” nel 1967.

E ripropongo tutti i concerti con l’intera playlist caricata dal canale youtube.

Francesco Durante fu considerato nel Settecento una delle più importanti e rappresentative figure della scena musicale europea: è assai significativo che Jean Jacques Rousseau sia giunto a definirlo, con uno di quei giudizi appassionati e, certo, eccessivi che gli erano propri “le plus grand harmoniste d’Italie, c’est-à-dire du monde” (J.J. Rousseau, Dictionnaire de Musique, Paris 1762).
La diffusione delle sue opere , sia vocali, sia strumentali fu enorme, anche se, secondo il costume del tempo, solo una piccolissima parte fu affidata alle stampe: ne fa fede la loro massiccia presenza, in redazione manoscritta, nelle più importanti biblioteche musicali in Italia e all’estero. Il suo singolare talento di didatta che ebbe modo di esplicarsi in vari conservatori di Napoli, con risultati estremamente lusinghieri, se si pensa che alla sua scuola si formarono musicisti come Giovanni Battista Pergolesi, Tommaso Traetta, Vincenzo Legrenzio Ciampi, Domenico Terradellas, Niccolò Jommelli, Niccolò Piccinni, Antonio Sacchini, Pietro Guglielmi, Fedele Fenaroli (non fu suo allievo il Vinci, contrariamento a quanto asserito da F. Florimo “La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori“, Napoli 1881, Vol 1, p. 181), Continua a leggere

Francesco Durante (secondo ascolto)

Continuiamo la scoperta di Francesco Durante con i suoi Concerti nell’interpretazione del Concerto Köln (sul canale youtube per ora ne troverete due, il concerto No. 1 in Fa minore ed il concerto No. 2 in Sol minore).


Nello scorso articolo ho voluto presentare Francesco Durante con una sua opera sacra: le “Lamentationes Jeremiae Prophetae“.

Riprendiamo quindi dalla frase di Jean Jacques Rousseau che scriveva nel suo Dictionnaire de Musique che Durante doveva essere considerato “le plus grande harmoniste d’Italie, c’est-a-dir du monde”.

Questo giudizio – osservava acutamente Francesco Degradaespresso in un’epoca nella quale avevano da poco concluso la loro attività creativa personalità della statura di Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Hándel, Jean Philippe Rameau, quando Cristoph Willibad Gluck e Joseplì Haydn erano già musicisti affermati e Mozart si affacciava alla ribalta della notorietà, riflette l’altissima considerazione della quale Durante godette presso una consistente corrente critica nel corso del Settecento“.
Al contrario, il disinteresse della musicologia (non soltanto nostrana) nei suoi confronti in tempi recenti è evidente e il silenzio intorno alla sua vasta produzione musicale che predilesse sommamente i generi vocale e strumentale e ignorò il teatro d’opera è, a dir poco, imbarazzante. Continua a leggere